Poland,block notes.

01.09.2012 01:05

6-13 agosto 2012.Sono stati questi i giorni in cui si è svolta la nostra avventura. La proposta ci è arrivata da Federico,anche lui un'anima shalom,e un fratello per me. Il gruppo era composto soprattutto da noi giovani,per questo ricorderò questo viaggio anche per le fragorose risate che abbiamo fatto.
E' iniziato con un interminabile viaggio in pulman,accompagnato da canzoni e film,e si è concluso nello stesso modo,in un pulma. Ma in quel pulman la seconda volta eravamo diversi,più uniti,più shalom.

 

 

 
Bèh,direi che alla fine ne è valsa la pena affrontare ventitré lunghissime ore e mezzo per arrivarvi. La Polonia è fantastica:silenziosa,assopita ed immersa nel verde. I suoi abitanti (a parte alcuni con cui abbiamo avuto delle esperienze non molto simpatiche) sono allegri,tranquilli e amichevoli. Una delle città più belle che abbiamo visitato,Cracovia,è ricca di leggende ed usanze e interessante da visitare. I nostri occhi si sono fermati però in altri luoghi,come la miniera di sale di Wieliczka e la Madonna Nera di Czestochowa.
I Polacchi hanno una strana concezione del "cibo": i brodini sono d'obbligo,a pranzo e cena,accompagnati da polpette di carne misteriosa e pasta un capellino scotta. Per fortuna il nostro Don Donato si era munito di scorte di tonno,fagioli e formaggio,che probabilmente nessuno di noi mangerà più per qualche mese o due. Dopo cena di solito ci fermavamo in cucina tutti insieme per giocare a carte o semplicemente per chiacchierare,e la mattina seguente la sveglia ci avvertiva che era ora di partire alla scoperta di un nuovo posto.

 
L'impressione che la Polonia da è quella di essere rimasta la stessa dagli anni 40.Gli edifici,le scuole,le case,i negozi non sono moderni,ed alcuni di questi cadono addirittura a pezzi.Sembra che,una volta arrivato Hitler con il nazismo,la Polonia abbia bloccato il suo sviluppo e sia "morta",come i detenuti nei lager.E a proposito di lager,grazie a questo viaggio e grazie allo Shalom ho potuto visitarne uno per la prima volta: Auschwitz-Birkenau.
 
Dicevano che ci avrebbe colpiti molto,che ci avrebbe aperto gli occhi;ma non è vero. Quei posti ti distruggono. Il terreno in quei luoghi parla;è come se ti raccontasse ciò che è accaduto,camminare negli stessi spazi in cui milioni di ebrei,zingari,omosessuali hanno lavorato per arrivare a nient'altro che alla morte,è orribile. Addosso hai solamente il senso di colpa,la rassegnazione al pensiero di assomigliare a uomini che hanno fatto tutto questo,al pensiero di appartenere alla razza umana. Una delle cose che mi hanno di più colpita nel campo sono stati i capelli. Una vetrata,lunga circa 15 metri,occupata da immense montagne di capelli. Capelli biondi,mori,castani,ricci,lisci..capelli delle donne deportate. E vedendo quel tetro spettacolo ho pensato "Ma com'è possibile? Per una donna i capelli sono importanti,sono ciò che la contraddistingue da un uomo..se ad una donna tagli i capelli,gettandoli in un mucchio,come se fosse una bestia mentre viene tosata,vuol dire che quella non è più considerata una donna." E in effetti gli uomini che entravano ad Auschwitz non erano più uomini. Il giorno della visita non era dei migliori,faceva freddo e pioveva. Ma nonostante questo c'erano fiumi di persone che,a notare dalla faccia,fremevano dalla voglia di entrare nel campo e conoscere. È un fatto meraviglioso,vogliono conoscere,capire ciò che è stato,perché conoscere è l'unico modo per non dimenticare.